sabato 15 luglio 2017

La storia di Ser Tor, cavaliere del re.

La storia di Ser Tor è una storia che ho deciso di scrivere, tempo permettendo, per continuare a sviluppare l'idea che c'era nel Simbolo vuoto. Il protagonista non era Mordred solo per un caso fortuito. Volevo vedere come un cavaliere della tavola rotonda, nella fattispecie un cavaliere coetaneo di Mordred e che con lui è cresciuto, come e se aveva notato la cosa.
Essendo poi vicino a Mordred si dovrebbe vedere come è il rapporto tra lui e gli altri cavalieri, qualcuno che alla fine non ha nulla contro di lui, totalmente estraneo a qualunque intrigo.
Chi ha già letto Simbolo vuoto, saprà quale sarà la scelta di Ser Tor nell'ultima battaglia, anche se non il perché. Nè sa se il cavaliere sia o meno sopravvissuto a quel fratricidio.
Credo sia una specie di storia di formazione, con un giovane ragazzo che vuole divenire cavaliere, lo diventa e scope cosa vuol dire esserlo.

Perché essere cavaliere della tavola rotonda, vuol dire esserlo nel modo più ideale e idealizzato possibile.
Perché ci sono più doveri che diritti e perchè il privilegio è seguire la giustizia.
Ma c'è davvero giustizia, in fondo?

Ser Tor è il figlio bastardo di re Pellinore. In una delle storie che lo riguardano, quella sui suoi natali, per l'appunto, la madre è stata con questo re prima del matrimonio (quindi qui sembra che non ci sia niente di male, il suo onore di donna è salvo... bah) e che neanche sapeva che il re con cui era stata è il padre del bimbo... il tutto è raccontato con una tale placidità che ricorda enormemente il problema della condizione del consenso femminile nei rapporti, soprattutto se questi rapporti sono voluti da un nobile.

Se non sbaglio, ma dobbiamo andare indietro di anni, ai miei studi nella scuola dell'obbligo, anche i nostri poeti umanisti (era Petrarca?) distinguevano amabilmente nelle loro poesie la donna del volgo da una nobildonna, dove mentre quest'ultima era augusta e di voglie carnali neanche l'ombra perché superiore ai problemi della carne e sanno cos'è il pudore (ci crediamo?), le ragazzette del popolo erano pronte ad aprire le gambe tutte contente, con le guance rosee e tutto il resto. All'epoca, non guardavo molto il problema della condizione della donna, anche perché non ero che una bambina o poco più grande (e gli adolescenti sono stupidi), ma piuttosto il sistema classista che faceva meno intelligente o dotato di meno sentimenti e virtù un contadino rispetto a una famiglia di nobilotti di bassa lega. Crescendo poi ho cominciato a vedere anche quello che oggettivamente era la situazione non solo classista, ma anche sessista.

E anche nella storia delle origini di Ser Tor, dubito fortemente che la nonchalance in cui il padre putativo si preoccupava di essere un cornuto e lei che solo quando Merlino lo dice si preoccupa di parlarne, sia davvero così facile da raccontare; se vuoi essere credibile, le cose sono due: 
  • O lei ha venduto il suo corpo (vediamo poi per quale motivo, ma c'è solo un motivo per cui una donna lo fa);
  • O lei è stata violentata (quindi oltre al danno, la beffa di non essere nemmeno pagata).
Da qui sono nate le origini di Ser Tor che quindi, come figlio bastardo e manco riconosciuto di un Re potente come Pellinore.

Seguendo queste premesse, come si può sviluppare un personaggio simile?
Col rancore o con l'onore.
Essendo un cavaliere della Tavola Rotonda conosciuto con tanti onori, ma comunque di umili origini, mi piaceva fosse più propenso al ragionamento paritario e non classista.


Capitolo I . Come Tor divenne Cavaliere.
Capitolo II . Come Ser Tor divenne un uomo.
Capitolo III . Come Ser Tor conobbe l'identità di suo padre.
Capitolo IV . Ser Tor e la Regina di Avalon.
Capitolo V . Ser Tor va in guerra 

...
gli altri capitoli nei prossimi aggiornamenti




















Aggiornamento storia EFP

La storia che sto scrivendo Ser Tor - Storia di un cavaliere, è da qualche giorno aggiornata al V capitolo, per chi è interessato.
Ho anche, nonostante la mancanza di tempo, scritto una storia MordredXGalahad (che non sono una coppia nell'universo di Ser Tor): Miele e Salvia.
In verità l'ho scritta perché sì, per colpa di alcune eccellenti autrici di EFP sono diventata una fan della coppia e quindi, visto la carenza di storie che li riguardano, alla fine me ne sono scritta una io. Purtroppo per me, non ho la capacità della loro leggerezza e Mordred rimane un ragazzo imprigionato nel suo ruolo di figlio bastardo che rimane al fianco del padre per puro amore e Galahad un ragazzo a cui hanno appioppato un ruolo che neanche capisce, ma che in fondo gli appartiene.
Dovrei recuperare un po' di amore per le scenette stupide, ma al momento non ho la freschezza mentale... o forse è solo l'età. Ma credo di più alla stanchezza mentale... se no la mia parabola è andata ben in frette nel declino del talento da scriba...

Il problema è che ormai sono felice solo quando scrivo... E visto che sono in pausa da Regni Rinascimentali perché non ho la testa neanche per fare la base per la sopravvivenza di LidiaFragola, forse dovrei sinceramente rilassare i pochi neuroni che ho, ordinare le idee e trovare il tempo per fare tutto quello che devo fare e tutto quello che voglio fare.

Per il resto... appena ho tempo farò i download di rito.

giovedì 18 maggio 2017

Il brutto di sapere di essere un peso e non poter fare nulla, è il no-sense del senso della tua vita.
Tutti gli uomini fanno parte della storia, ma solo un grande uomo può scriverla, dice un detto.
Ma che senso avrebbe allora stare nella storia?
Si potrebbe lavorare su un gesto più filosofico: tutti noi in fondo cambiamo la storia, basta cambiarla ne nostro piccolo. Migliorare la vita ad altre persone non è forse cambiare il mondo?
Evitare che qualcuno butti via qualcosa di costoso aiutandolo non è cambiare il mondo, almeno di quella persona?
Aiutare una signora anziana a fare la spesa, o a infilare un filo nella cruna di un ago non è cambiare il suo mondo?
Aiutare a risolvere problemi non è cambiare il mondo, se questo aiuta a migliorarlo a quella persona?
Non mi piace essere filosofica, sinceramente.